Il diario ha una grande tradizione nella storia umana: alla sua base c’è l’idea che fissare per iscritto le esperienze di sé e del proprio ambiente sia un modo per far emergere la propria soggettività e trasmetterla nel corso del tempo.
Ma cos’è esattamente un blog?
In linea generale, è un mezzo attraverso cui un individuo, anche privo di competenze informatiche, può pubblicare un testo e tenerlo per sé (rendendolo privato), come il vecchio diario, o condividerlo con altri.
L’enciclopedia Treccani lo definisce:
“pagina internet personale, aperta ai commenti dei lettori, di norma organizzata in ordine cronologico e arricchita con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete”
La parola “blog” deriva da
“web” (rete)
e “log” (in senso letterale “ceppo, tronco” e, per estensione, “giornale di bordo”).
Visto l’uso contemporaneo che si fa di questo termine, potremmo tradurlo in “traccia sulla rete“.
Questi strumenti sono nati nel 1997, quando John Barger “inventò” queste pagine costituite da una annotazione recente che sposta i contenuti di un foglio verso il basso. Il blog, infatti, si comporta come un diario de-cronologico: l’ultimo “post” è quello che compare in alto e le precedenti scorrono indietro.
Come è fatto un blog?
La struttura della pagina è costituita da:
- testata, che contiene il titolo e un eventuale motto, in modo da caratterizzare e dare personalità al tipo di pubblicazione
- il post, ossia i contenuti corrispondenti al titolo (può essere un testo, un audio, un video) intervento
- i commenti: un lettore potrà annotare un suo pensiero mettendolo a disposizione dell’autore e di altri visitatori
- elenco dei link ad altri siti o Blog
- gli archivi dei post.
Sul piano visivo del lettore, una pagina di blog è costituita da un post (che, di fatto, è un testo scritto, con la possibilità di aggiungere facilmente immagini, audio, video) con i suoi eventuali commenti aggiunti successivamente dai visitatori. Più precisamente in informatica, un post (dal verbo inglese to post, ovvero inviare, pubblicare), chiamato a volte anche pubblicazione o articolo, è che un messaggio testuale, avente la funzione di informazione, analisi, opinione, commento o intervento, che viene pubblicato su una determinata piattaforma presente sul Web
In senso operativo, un blog è una tecnologia della rete gestita da un software che tiene le tracce di accesso a un sito. In senso comune, un blog è come un foglio bianco da riempire di contenuti che si aggiunge ad altri, giorno per giorno, come un blocco di appunti o pagina di diario.
In questa pagina un Autore riflette e scrive su qualcosa che gli sta nel cuore e nella mente, il software lo fissa nel tempo (ora, giorno, anno),
poi un Lettore arriva in questo spazio grafico, legge e (se è nella giusta disposizione d’animo) scrive a sua volta un commento su quanto ha trovato scritto.
Dunque un blog è uno strumento (un ottimo strumento) di comunicazione interattiva.
Potrebbe contenere, per fare qualche esempio:
- Una biografia personale
- una personale antologia di testi letterari e filosofici, come quelle delle adolescenze degli anni ’60 e ’70, ma riportate al tempo attuale
- una raccolta di recensioni e trailer di film visti
- gli scritti sommersi di una psicologa che filtra se stessa sulla rete attraverso Tartarugosa
- la storia musicale della grande cantante Nina Simone
- i luoghi della terra visti attraverso il territorio del Lario
- la documentazione professionale sulle politiche sociali dei servizi e l’aggiornamento continuo del libro Politiche sociali e servizi
- Una antologia sistematica degli scritti, degli audio, dei video di un irripetibile filosofo
- una sintesi di tutti i post curati da una persona
Questi pochi esempi di una sterminata presenza di blog sulla rete mostrano che la tecnologia dei blog
è accessibile,
è di facile apprendimento
e può essere praticata anche da persone over 60 (e anche 70) per trasferire, in una visione fortemente relazionale, le proprie conoscenze, saperi, esperienze.
Dunque le motivazioni possono essere le più diverse: dar spazio alle proprie passioni, tenere traccia di cose interessanti, conversare con gli amici, cercare persone che condividono interessi comuni. Inoltre, gestire un blog è molto più semplice e meno costoso che avere un sito Web:
- bastano pochi minuti per aprirlo su una delle piattaforme esistenti;
- permette a ciascuno di pubblicare scritti propri o di elaborare in forma pubblica informazioni prodotte da altri;
- è tendenzialmente gratuito o comunque poco costoso in termini economici;
- è una tecnologia aperta sul mondo esterno;
- mette in contatto le “parti abitate della rete”, ossia coloro che pigiano tasti dietro ad uno schermo.
Questo strumento presenta varie caratteristiche che lo rendono veramente flessibile e adattabile a diverse situazioni comunicative: autobiografiche (diario in rete); relazionali (stabilire contatti con persone affini o comunque “vicine”); formative (scrivere appunti di studio); lavorative (monitorare un processo organizzativo).
E’ una tecnologia che non richiede l’acquisto di software: la registrazione alla piattaforma è gratuita (anche se è possibile migliorarla con successivi pagamenti); è di facile apprendimento; è in rete e quindi tendenzialmente accessibile a chiunque.
La registrazione di un blog richiede:
- la verifica dell’esistenza di una sigla ancora disponibile (denominazione del blog);
- l’iscrizione mediante un’identità rappresentata dal proprio indirizzo email;
- una password (da conservare con estrema attenzione).
Ci sono numerosi servizi di supporto alla creazione di un blog.
Fra questi:
Ora vorrei fornire una piccola guida su come farlo funzionare concretamente. Attenzione: non sono uno “specialista” di internet. Sono solo un “utilizzatore” attivo di queste tecnologie.
Cominciamo col dire che la rassomiglianza più vicina al modo di lavorare su un blog è esattamente quella dei ragazzini degli anni ’50 che prendevano un quaderno o un registro contabile con le righe e vi incollavano sopra fotografie, figurine, ritagli di quotidiani, aggiungendo date e didascalie, creando quegli oggetti della memoria che sono “gli album di famiglia”.
Ebbene, un blog è esattamente la stessa cosa, solo che a occuparsi degli aspetti tecnici sono i software che li governano. Tuttavia il creatore rimane sempre e solo l’autore, con tutta la sua responsabilità di produttore di una sua opera intellettuale.
Come iniziare e procedere?
La prima fase è la registrazione.
Si apre la pagina di accesso (esempio quella di WordPress) dalla quale – fornendo nome utente, indirizzo email e scegliendo una password – viene creato il proprio blog. Quando è conclusa questa procedura, diventa possibile farsi riconoscere come utente autorizzato fornendo i suddetti nome utente e password.
Poi si può anche scegliere la forma grafica preferita attraverso l’offerta che verrà proposta.
La parte strettamente tecnica è terminata. Ora l’utente ha a disposizione un pannello di controllo con il classico “spazio bianco” in cui scrivere testi, aggiungere fotografie, video e musica o, ancora, linkare ad altre pagine individuate nell’universo della rete.
E’ più facile farlo che dire come si fa.
Nel tempo successivo si potrà aggiornarlo e condividerlo. Il vantaggio è che ogni pagina del blog “farà memoria” sia cronologica che per argomenti.
Piccola bibliografia
Come creare un Blog tramite WordPress
Alberto d’Ottavi, Tommaso Sorchiotti, Come si fa un blog 2.0, Tecniche Nuove, 2008.
Giuseppe Granieri, Blog generation, Editori Laterza, 2005.
Tiziano Fogliata, Crea il tuo blog con WordPress, Hoepli, 2010
L’ha ribloggato su MAPPE nelle POLITICHE SOCIALI e nei SERVIZI.
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Notizie di Clelia Mazzini? ho sempre seguito akatalepsia, e la sua assenza mi inquieta.
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no, purtroppo. nessuna notizia. anche a me manca e molto. spero che la sua sia stata solo una scelta di silenzio e che viva la sua vita interiore e di ricerca letteraria in altro modo. grazie per il messaggio e per avermi ricordato Clelia Mazzini. saluti carissimi
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Me lo auguro tanto anche io.
C.
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bello ritrovare lettori che ricordano akatalepsia che ogni tanto torno a sfogliare.
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continua a mancarmi molto la ricerca letteraria di akatalepsia
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